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La storia
della CANTINA SOCIALE …
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Logo Ass.ne LA CANTINA SOCIALE |
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Che potrebbe succedere se un giorno le pecore,
stanche
del loro ruolo,si imponessero in una veste diversa?
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Nessuno si arrabbia se viene definito
leone o magari volpe,per non parlare di aquila. Eppure questi animali non producono
lana, latte né carni commestibili. Chiunque invece s’offende se viene
chiamato pecora. Questo mi ha fatto molto riflettere, e debbo dire che l’ho
trovato profondamente ingiusto nei confronti delle pecore. Tanto più che
anche se ce ne risentiamo, in fondo sappiamo benissimo di essere in molti a
comportarci come pecore,e così come un solo pastore con l’aiuto dei suoi cani
tiene a bada un grande gregge di ovini, allo stesso modo qualche pecoraio
politico ci tiene a bada per tutta la vita mungendoci instancabilmente. “Che
potrebbe succedere se un giorno le pecore, stanchedel loro ruolo,si
imponessero in una veste diversa?” La domanda, anche se non formulata da
Alberoni, mi sembra di grande interesse. Da questa ipotesi nacque il “Grande
Palio delle Pecore”, allegorica rivalsa dell’ovino che reclama una sua nuova
dignità e nuovi spazi esistenziali. Questi spazi, in attesa dello
scioglimento della metafora, erano confinati, nella rappresentazione, ad un
“pecorodromo”, ossia una sorta di pista circolaredelimitata da balle di
paglia con rinforzo alle curve . In questo anello (il luogo dove si
svolgeva il “Palio”, ossia il soprannominato “pecorodomo” era la Piazza Italia di Piano d’Orta
naturalmente), in un particolare giorno dell’anno, si svolgeva nel Borgo (Piano
d’Orta) una singolare corsa. Le regole della competizione erano
semplicissime, addirittura una sola : l’uomo che accompagnava l’animale,pena
la squalifica, non doveva neppure affiancarlo, ma restargli sempre
rigorosamente dietro ed era ad esso collegato per mezzo di una corda a mò di
guinzaglio. In effetti, era la pecora, se lo voleva a, a tirare l’uomo, e non
sempre l’animale tirava nella direzione che l’uomo avrebbe desiderato: il
traguardo. La metafora, già così bella, si arricchiva di considerazioni,
oserei dire, metafisiche. Non era forse la pista come la vita? Nel corso
della gara spesso intrecci ed ingorghi favorivano improvvise cadute, il
repentino impuntarsi degli animali terrorizzati dalle urla degli spettatori
faceva sì che un altro concorrente potesse inattesamente avanzare. Ed io in
questi imprevisti gravi o solo molesti vedevo le ambasce quotidiane, i sogni
infranti, gli eventi che si insidiano giorno per giorno incuranti del nostro
volere. Come in ogni gara c’era alla fine un vincitore, ma siccome nella vita
in fondo nessuno vince - e sorella Morte può toglierci ogni dubbio in
proposito- l’unica vera vincitrice era la pecora, e anche le compagne peggio
piazzate godevano di una loro particolare vittoria rispetto all’uomo,
facendosi beffe di tanti schiamazzi con quell’espressione statica che
caratterizza questi animali, che non attesta, come spesso si vorrebbe far
credere,ottusità, ma che, a ben guardare, è invece esempio magistrale di
ironia distaccata e superiore. Il
volgo molto s’appassionò al Palio delle Pecore,ogni quartiere (Buscesi,
Piazza Donegani, Piazza Enel, Via Provinciale ecc.) approntava la propria
concorrente allenandola allo scatto e curandone l’aspetto estetic, dandole un
nome,magari un po’ ingenuo, ma carico di affetto, come Gelsomina, Adelina,
Rosina… La gara era vissuta come ricerca di
supremazia di un rione rispetto agli altri, e il
bastone con campanaccio simbolizzante la
vittoria presto divenne un’ambita preda.
Ma oltre alla coreografia pressoché
holliwoodiana non si andò mai, nessuno tranne
noi volle prendere coscienza della metafora,
forse perché non la vedevano, o forse
perché essa aveva un gusto in fondo un po’ amaro. |
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Pagg. 71 e 72 del Libro “5 anni in Cantina” di Luigi Zappacosta |
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Padre Clemente e la Processione del Venerdì Santo |
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Sotto il….. pastorato di Padre Clemente
(Padre Clemente Di Pretoro
resse la Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù di Piano d’Orta dal 1979 al 1987 |
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Pagg. 98 e 99 del Libro “5 anni in Cantina” di Luigi Zappacosta |
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