MINIERE  e  CAVE   nel  territorio  di  BOLOGNANO

 

 

il territorio Comunale di Bolognano, sul versante a ridosso del Vallone del Fiume Orta, è di tipo roccioso pietroso. Nel corso dei secoli è stato costantemente oggetto di sfruttamento da parte degli uomini per ricavare materiale da costruzione. Sono eloquenti a tal proposito numerose deliberazioni Comunali riguardanti questa "industria estrattiva". Da tali documenti inoltre, oltre a notizie interessanti dal punto di vista prettamente storico, viene fuori un pezzo importante dell'attività sociale del nostro territorio nei primi anni dell'industrializzazione della zona. 

 

 

DELIBERA di Giunta Comunale del 05 settembre 1871

Cessione al Signor Cesare Passarelli di Alfedena del diritto di escavazione sulla miniera di pietra calcarea di Vado del Ceraso, per Lire 276 (...limitatamente ai lavori occorrenti nella Ferrovia da ponte Rosino a ponte Pescara, mezzo quello di Orta...)

DELIBERA  di Consiglio Comunale n. 13  del  24.01.1873  – Risoluzione per la rivendica ed indennità della miniera di pietre sotto il Bosco, occupata da Cesare Passarelli

L’anno 1873, il giorno 24 gennaio in Bolognano nella sala Municipale si è riunito il Consiglio Comunale in sessione straordinaria previo invito per iscritto composto dal sindaco Presidente Signor Angelo Palumbo e dai consiglieri signori Vincenzo Demarco,Giovanni Di Girolamo, Francescantonio Tieri,Fiorangelo Tieri,Berardino D’Angelo,Gennaro D’Intini, Antonio Galli, Gaetano Orlandi, Carmine Col angelo, Francesco Mennicoli, coll’assistenza del Segretario provvisorio sig. Luigi Bianchini : riunione autorizzata da signor Prefetto della Provincia con riverita nota del dì 23 dicembre 1872, div.2 sez. prot. 523.

Riconosciuto il numero legale,il sig. Sindaco Presidente ha dato lettura del lodato foglio del sig. Prefetto della Provincia,col quale invita questo Consiglio a deliberare se intende promuovere giudizio di rivendica ,qualora Cesare Passarelli di Alfedena non rilasci o non paghi proporzionato compenso per la miniera di pietra di questo Comune alla contrada Vado del Ceraso o Ponte Vecchio d’Orta sotto il Bosco; e di emettere le sue spiegazioni perché sull’oggetto venne emesso deliberato addì  26 maggio 1872, che non fecesi menzione all’altro atto di questo Consiglio del dì  24 novembre ultimo.

                                    Il  Consiglio

Premesso l’esame dei corrispondenti atti, si è fatto a considerare :

Che la Giunta Municipale con Deliberazione del 5 settembre 1871, avendo creduto da sé conveniente di cedersi a Cesare Passarelli di Alfedena il diritto di escavazione sulla miniera in parola e per sole Lire 276, limitatamente ai lavori occorrenti nella ferrovia da ponte Rosino a ponte Pescara, mezzo quello di Orta, a ricorsi di vari consiglieri in data 29 febbraio 1872; ad onta di risentito rapporto del Sindaco in data 8 marzo 1872, n.20; l’Ill.mo sig. Prefetto della Provincia, sull’intepellanza del Consiglio di Prefettura con riv. Nota 16 marzo 1872, Div. 2° sez. 1° n.523 spiegò la illegalità della cessione fatta dalla suddetta Giunta Municipale,tanto perché trattatasi dell’uso, anzi di alienazione di un diritto di proprietà Comunale, quanto perché eccedeva la facoltà attribuitale dall’Art.93, n.4, legge Comunale, conchiudendo un contratto senza preventiva autorizzazione del Consiglio, e senzacchè d’esso fosse stato sottoposto ai provvedimenti dell’autorità superiore giusta gli Articoli 121,130 e seguenti stessa Legge Comunale; ordinandosene pertanto la sollecita riunione del consiglio.

Che riunitosi il Consiglio Comunale in seduta del 14 aprile 1872, in adempimento a quanto sopra, se riconosca l’operato della Giunta per la cessione fatta a Cesare Passarelli della miniera Comunale ,il Consiglio medesimo denegò tale riconoscimento perché lesivo tale operato agl’interessi del Comune: ciò nel merito. Nella forma poi, perché i componenti della Giunta erano presenti all’adunanza, a non vincolare la propria coscienza con rapporti scambievoli,si credette devenirsi a votazione segreta; e per questa tale deliberazione venne annullata.

Che riunitosi il Consiglio Comunale addì 20 maggio 1872 per disposizione del signor Prefetto della Provincia, emessa con Vs nota del 28 aprile detto anno , div.2° sez.1° n.523,per novellamente deliberare col mezzo di voti palesi, se cioè intendeasi rispettare la cessione fatta dalla Giunta al Passarelli ; il Consiglio medesimo confermando la precedente deliberazione ,deliberò che la miniera di pietre,allora sarebbesi ceduta al Cesare Passarelli, quando il medesimo pagato avesse non meno di Lire 5.000, a favore del Comune:deliberazione che sembra non mai inviata alla R. Prefettura.

Che la deliberazione del 21 maggio 1872, di che la R.Prefettura invita il Consiglio a dar ragione,dee ritenersi pienamente insufficiente ed illegale : perché nel registro delle deliberazioni non vedesi regolarmente scritturata ; perché la deliberazione del 21 maggio 1872, a cui si riporta per seconda convocazione  non ebbe luogo ,per mancanza assoluta dei votanti ; perché i votanti della deliberazione 26 maggio di che trattasi, non furono di numero legale; perché i consiglieri non furono tutti invitati; perché cambia in essa interamente l’ordine del giorno,il quale , essendo stato prima precisato dalla rev. Nota Prefettizia del 16 marzo 1872, e dalle deliberazioni consigliari 14 aprile e 20 maggio 1872,che propongono e deliberano riconoscendo l’operato della Giunta quante volte il Passarelli pagate avesse la somma di Lire 5.000;si  passa poi ad invertirlo interamente in transazione dopodiché conviene a deliberare un compenso ridotto a sole Lire 600, e concede al Passarelli ,senza limitazione di tempo ,di estensione e di facoltà, di poter servirsi della miniera Comunale per tutti i lavori in generale della Ferrovia ,ciò che non accordavasi neanche dalla suddetta deliberazione della Giunta in diritto a si vasta scala; perché la riunione ordinaria primaverile avendo avuto luogo il 4 aprile 1872, e cessando al 3 maggio detto anno,ogni proroga dovea naturalmente esser partecipata a tutti i Consiglieri,ciò che punto non venne adempiuto; perchè trattandosi di cessione di diritti di proprietà,abbisognava la permissione della Deputazione Provinciale (Autorità tutrice dei Comuni,giusta gli Art. 137 e 180 della Legge Comunale Provinciale 20 marzo 1865); perché trattandosi di somma maggiore alle Lire 500,faceva d’uopo ricorrere ai mezzi di pubblica subasta giusta è ordinato dall’Art. 128 della stessa Legge, o dell’eccezionale permesso del signor Prefetto della Provincia,ciò che non verificossi appunto.

Che lo stesso Cesare Passarelli, detentore della miniera,con istanza avanzata al Sig. Prefetto della Provincia in data 18 aprile 1872,sebene illusiva, perché trasforma in uno stato deplorevole la miniera Comunale ciò che non è;pure si assoggettava ad una perizia per riconoscere l’indennità da lui dovuta; perizia appunto che reclamavasi dall’odierno Consiglio con deliberazione 14 aprile 1872.

che siffatta miniera è stata la sola fornitrice dei pezzi principali di scalpello ai rinomati ponti Rasino,di Orta e del Pescara,non chè a molte stazioni e cantoniere,come ben può scorgersi dai contratti e forniture convenute fra il Passarelli e le imprese Piccinini e Mazzarini ;prodotto questo del lucro indubitato di molte migliaia, delle quali ,volendosi assegnare al proprietario della miniera,qual è il Comune, anche il solo due per cento,conseguita ne parrebbe un’indennità di oltre Lire 5.000. L’importanza e bontà della miniera Comunale di cui trattasi, maggiormente dimostrasi da contratti abbusivamente conchiusi dal Passarelli per la somministrazione di circa trentamila metri cubi di pietre lavorate per arginazioni alla Ferrovia nella Vallata Tremonti, e di altri contratti che affermasi convenuti per opere del tratto ferroviario Popoli-Raiano ; accertandosi inoltre che per ciò alacremente effettuare, vogliasi formare un braccio di strada ferrata dal Ponte Ferroviario Orta alla miniera in esame, stante la vicinanza di mezzo chilometro e la comodità della linea stradale quasi di livello.

che il Consiglio Comunale non trovasi affatto vincolato col Passarelli mediante atto o scrittura qualunque di contratto ; se non chè la passata Giunta con scrittura del 5 settembre 1871 cedeva il dritto di escavazione per determinate opere e per la costruzione cioè dei ponti Rassino, Pescara e ponticini interni di meno però pel ponte di Orta ; lavori questi oggi ultimati ,di cui quantanche volesse riconoscersi legale la cessione fattane dalla Giunta ,il contratto non solo sarebbe cessato, ma lo stesso Passarelli in corso avrebbe alla multa stabilita di Lire 200 per ciascuna condizione non adempita. Per siffatte considerazioni, il Consilglio

                                                D E L I B E R A

che sia tosto proceduto alla valutazione delle indennità di escavazione dovute a questo Comune da Cesare Passarelli di Afedena per tutti i lavori estratti sino all’eseguimento della perizia.

che prima di procedersi a tale perizia, il Sig. Sindaco chiami lo stesso Passarelli in concorso della Giunta a dichiarare con legale cautela la conferma della sua istanza avanzata al Sig. Prefetto della Provincia,coll’assoggettarsi al pagamento delle indennità giusta l’opera di legale perito scelto di accordo,o dal Pretore del mandamento in caso al disaccordo,potendosi per l’oggetto;qualora il bisogno lo richiedesse,far nominare tale Perito dal Sig. Procuratore del Reale Presidente del Tribunale Civile di Chieti.

che quante volte il medesimo Passarelli non volesse uniformarsi a quanto sopra,rimane lo stesso Sindaco autorizzato di procedere all’immediato impedimento nell’esercizio de lavori,invocando il sequestro dei materiali estratti,ed astringendolo coi mezzi coattivi e giudiziari ,pei quali rimane assegnato il fondo di spese che nel vigente bilancio sotto la propria categoria ed articolo si porta per liti.

che la perizia in ogni caso dovrà eseguirsi colle più accurate regole dell’arte tenendo di base gli altri contratti conchiusi dai naturali dei vicini Comuni di S. Valentino,Torre de Passeri, Castiglione a Casauria e Tocco Casauria per l’escavazione di pietre somministrate alla Ferrovia.

che procedutosi all’incaricata perizia,anche senza l’accordo del Passatelli,la Giunta rimane incaricata di procedere all’appalto della miniera pel tratto successivo,convenendo che anche col su detto Passarelli se questi si uniformi al pagamento risultante in base di perizia come sopra compilata,e dalle condizioni che meglio fossero ravvisate opportune dalla Giunta Municipale nell’interesse del Comune e dell’Amministrazione.

che la ripetuta Giunta Municipale proceda finalmente a tutte le altre pratiche inerenti le quali si credessero indispensabili da parte di questo Consiglio Comunale,nel fine di non arrecare il menomo ritardo per la rivindica dei diritti di questo Comune sulla miniera di pietre gentili,oggi ingiustamente esercitata da Cesare Passarelli.

Il Consigliere Sig. Gaetano Orlandi si è assentato dal prender parte alla presente deliberazione.

Data lettura del presente atto all’unanimità è stato approvato e sottoscritto. (seguono le firme del Sindaco, di Consiglieri e del Segretario)

DELIBERA di Consiglio Comunale n.99 del 17.05.1874

Si approva per Lire 800,00 l’Affitto della Cava di Pietra  di Vado del Ceraso a favore di Luigi D’Angelo per l’estrazione di pietre da fornire per la realizzazione del nuovo ponte sul Pescara denominato di Villanova fra Chieti e Cepagatti.

DELIBERA di Consiglio Comunale del 03 aprile 1878  (Sindaco Angelo Palumbo)

Sulla domanda avanzata dal Sig. Antonio Mazzola, con cui si domanda la quarta parte della Cava Comunale delle pietre di Vado del Ceraso,per l'esercizio di un anno per una indennità pari a Lire 100

DELIBERA di Consiglio Comunale del 10.0ttobre 1881                                      (Sindaco Demarco Vincenzo assessore f.f.)

Oggetto : adesione di questo Municipio, chiesta dalla Compagnia Italo-Francese conduttrice delle miniere di Tocco Casauria all’effetto di estendere in questo Comune le sue operazioni…Relaziona il Consigliere Palumbo Angelo ….il territorio di questo Comune attaccato a quello di Tocco Casauria e formante la continuazione  del vasto bacino del Fossato Arollo ,da ove sorgono le importanti miniere di petrolio di quel paese,essendo ormai provato di essere produttivo in diversi punti dello stesso minerale, è rimasto questo sempre sconosciuto, specialmente ad impresari capitalisti di quel genere e quindi allondanato da una industria tanto utile a questa cittadinanza. Che ad introdurre in questo Comune tale industria ,propizia occasione si è oggi quella offerta dal Signor Giuseppe Laschi di Vicenza Direttore e Socio del Signor Maurizio Laschi di detta Città ed altri nella Compagnia appellata Italo-Francese per la esplorazione delle Miniere d’Italia e conduttrice di quelle petrolifere sopraindicate….

Il Consigliere propone rimanere il Signor Laschi Maurizio della Città di Vicenza e Soci autorizzati di fare saggi con escavazioni ed opere sui terreni comunali pel rinvenimento di minerali petroliferi o asfaltici entro due anni dal primo gennaio 1882 al 31 Dicembre 1883, senza compenso alcuno, purchè i saggi medesimi non abbiano ad estraersi materie minerarie di valore superante la spesa…rimanere a questo Consiglio riserbato il diritto di pronunciarsi sulle indennità dovute al Comune stesso, dietro progetto da presentarsi dal Signor Laschi o chi per esso,da parere di persona tecnicascelta dalla Giunta Municipale e da relazione di questa….

                                    Il Consiglio

Considerata la proposta fatta dal relatore Signor Palumbo – Ad unanimità di voti resi in conformità di Legge,  Delibera rimanere la proposta stessa in ogni sua parte adottata .(seguono le firme del Sindaco e del Segretario)

DELIBERA di Consiglio Comunale n.94 del 22.03.1885

Approvazione dell’Atto di Affitto della Cava di pietra in Contrada Le Fosse, richiesta dal sig. Pio Silla per il canone annuo di Lire 50 (cinquanta).

DELIBERA di Consiglio Comunale del 20 gennaio 1901                                                (Sindaco Camillo Bianchini)

domanda dei Signori Cirone Sabatino e Gino Cammilli per ottenere in appalto la cava di pietra di proprietà Comunale sita in tenimento di Bolognano dal Vado del Ceraso fino al Ponte Vecchio; provvedimenti da prendersi intorno al cennato appalto. (la richiesta viene bocciata su proposta del Consigliere Giovanni dei Baroni Durini in quanto" ritenendo che per la imminenza dell'apertura dei lavori in Contrada Piano d'Orta (costruzione della fabbrica) non riesce conveniente al Comune di seguire i termini ordinari (cioè di dare a trattativa privata l'appalto delle cave)...ma di appaltare con asta pubblica per mesi diciotto le cave... (in buona sostanza il Comune in attesa dell'inizio della costruzione della Fabbrica a Piano d'Orta, ritiene che sia più utile per il comune prendere tempo per poter appaltare con migliori risultati economici le cave presenti nel territorio in quanto la richiesta di materiale da costruzione da utilizzare per la fabbrica aumenterà l'offerta delle imprese interessate)

DELIBERA di Consiglio Comunale del 02 giugno 1901

domanda del Sig. Gino Cammilli per ottenere il permesso di estrarre circa metri cubi quaranta (40) di pietra dalle cave Comunali lungo il Fiume Orta (località Troccoleto) per il compenso di Lire 100.

DELIBERA di Consiglio Comunale del 18 ottobre 1906

concessione temporanea al Sig. Di Lorenzo Francesco di una parte della cava di pietra di Vado del Ceraso per l'escavazione di novecento (900) metri cubi di pietra.  

DELIBERA di Consiglio Comunale del 18 ottobre 1906

Autorizzazione da darsi al Signor Mannucci Serafino per prendere scaglie di pietra sotto stanti alla cava di Vado del Ceraso.

DELIBERA di Consiglio Comunale del 18 ottobre 1906

affitto della cava di pietra calcarea di Vado del Ceraso alla Società Italiana di Prodotti Azotati e di altre sostanza per l'agricoltura (SIPA). Tre quarti della cava di pietra calcarea esclusa quella sottostante di pietra di gesso.

DELIBERA di Consiglio Comunale del 09 dicembre 1906

ratifica del deliberato a tutto il 18 ottobre 1906 relativo all'affitto della cava di pietra calcarea di Vado del Ceraso.

DELIBERA di Consiglio Comunale del 25 aprile 1908

Modifiche all'atto consiliare del 28.10.1906 relativo all'affitto della cava di pietra calcarea di Vado del Ceraso alla Società Italiana di Prodotti Azotati (SIPA)

Richiesta del 28 novembre 1945 dell’ing. Giacomo Baroncini fu Tullio in nome e per conto della Società Meridionale di Elettricità, Anonima con sede in Napoli,Via P.E. Imbriani, 42 – Autorizzazione a far brillare mine nella Cava di Pietrame prospiciente la Centrale 2° Salto del Pescara . Detta Cava che a suo tempo servì già per i lavori di costruzione della suindicata Centrale, deve essere riattivata per gli urgenti lavori di ricostruzione della Centrale stessa. ( per la ricostruzione delle opere danneggiate dagli eventi bellici )

 

CAUSA  DEMANIALE per la  CAVA  di  VADO del CERASO tra il Comune di Bolognano e la Società Industrie Riunite Montecorona Napoleone, con sede in Torre Passeri

A Bolognano, in c.da vado del Ceraso, esiste un  giacimento di gesso con una cava che entrò ufficialmente in esercizio nel 1977  (Cava detta di “Napoleone”dal cognome del proprietario).

Con Decreto n. 1660 del 24.09.1985 il Presidente della Giunta Regionale autorizzava la ditta Industrie Riunite Montecorona Napoleone, con sede in Torre Passeri, a proseguire l’attività estrattiva per ulteriori 10 anni con un prelievo medio annuo di 20.000 mc..

Con interpellanza del 30.luglio.1992, diretta al Presidente del Consiglio Regionale, il capogruppo dei Verdi Dr. Giovanni Damiani, ipotizzava  la decadenza del Decreto autorizzativo in quanto la ditta aveva abbandonato per anni l’attività ed inoltre l’area della “cava” era posizionata all’interno di un’area protetta dai vincoli paesaggistico, idrogeologico e naturalistico ed inoltre asseriva che la zona era gravata da Uso Civico.

Il Comune di Bolognano chiedeva al commissario Ripartitore per gli Usi Civici in Abruzzo (sede L’Aquila) se le particelle di terreno occupate fossero effettivamente gravate da Uso Civico (in sostanza se fossero da considerare di proprietà esclusiva demaniale e perciò Comunale).

La causa demaniale iscritta al n. 31 del registro generale contenzioso civile dell’anno 1992, ebbe inizio il 05.giugno.1992, davanti al Commissario Regionale per il Riordinamento degli Usi Civici in Abruzzo, a L’Aquila in Via Dei Giardini , 3, con una udienza a cui presero parte il Sindaco di Bolognano (Dott.ssa Antinucci Rosanna) ed il legale Rappresentante della Società Industrie Riunite Montecorona Napoleone, con sede in Torre Passeri.

Nell’udienza fu deciso di nominare il Consulente Tecnico d’Ufficio dr. Agr. Carlo Alberto Castellani con l’incarico di accertare la natura demaniale o meno dei terreni facenti parte della Cava di Vado del Ceraso. Lo stesso nella sua perizia tecnica riconobbe essere di natura demaniale e pertanto di proprietà Comunale le particelle di terreno catastalmente contraddistinte al Foglio di mappa n. 3 particelle n. 3- 4- 5- 7- 220 (ex 28) - 57- 71 e 144).

A seguito di detta perizia, depositata il 09.07.1992, il Commissario regionale Dott. Ugo de Aloysio, Presidente di Sezione della Suprema Corte di Cassazione emise, in data  26.10.1992  Rep. 54 Cron.n.1469, la sentenza che dava ragione al Comune di Bolognano .

A seguito di detta sentenza in data 09.01.1993 il Sindaco di Bolognano emetteva il VERBALE di RIACQUISIZIONE AL DEMANIO CIVICO UNIVERSALE dei terreni ubicati in agro di Bolognano, località Vado del Ceraso censiti nel nuovo catasto rustico con il foglio di mappa n. 3 particelle       n. 3- 4- 5- 7- 220 (ex 28)- 57- 71 e 144).

I terreni, sono pertanto oggi della Comunità dei cittadini di Bolognano.