Lù  Sant'Antonje  ( il Sant'Antonio )

E' nostro dovere recuperare la storia ed il passato non solo attraverso documenti , ma anche attraverso la ricerca delle tradizioni e di tutti quegli usi e costumi che appartenevano ai nostri antenati .

Riprendere tali tradizioni e  farle rivivere  concretamente oggi,per poterle  trasmettere ai posteri, è una delle scommesse che ci appassionato di più, si tratta di riesumare l’animo popolare,senza dover pretendere di ricostruire il percorso storico, ma semplicemente  conservare ciò che è rimasto nella memoria dei singoli e/o della collettività ,prima che scivoli definitivamente via.

LU   SANT’ ANTONJE    ( il Sant’Antonio)  

Ci sono varie versioni di questa rappresentazione, che sono ancora presenti o che venivano "cantate" nella Nostra zona e che abbiamo recuperato : 

1)        La prima : è una canzone popolare dei primi anni del 1900 (versi e musica di A. Col angeli) che veniva cantata per le strade e nelle case nel periodo che precedeva il 17 Gennaio ,giorno della festa del Santo . Tale versione fu rappresentata per molti anni,soprattutto nella Contrada Buscesi di Piano d’Orta , fino a pochi anni dopo la fine della seconda guerra mondiale.  

                           Canzone popolare dei primi anni del ‘900

Buona sera ,cari amici;

se permesso voi ci date

noi la storia vi cantiamo

del gran Sant’Antonio Abbate;

di quel Santo benedetto

protettore del porchetto.

 

Viva viva Sant’Antonio ,

il nemico del demonio,

Sii lodato a tutte l’ore

Nostro Santo protettore

 

Sant’Antonio da fanciullo

 fu amante d’allegria

di festini, di trastulli

e di buona compagnia :

mentre fu bel giovinotto

pensò sempre a far ventotto !!

 

Viva viva Sant’Antonio  ecc.

 

Un bel giorno a Sant’Antonio

dai parenti fugli offerto

assai ricco matrimonio

ma Lui scappa nel deserto

per sfuggir le seccature

di campar le creature

 

Viva viva Sant’Antonio  ecc.

 

Nel deserto se ne stava

notte e giorno in penitenza

dal demonio tormentato

fu modello di pazienza,

e passò tutta la vita

da santissimo eremita

 

Viva viva Sant’Antonio  ecc.

 

Nell’inverno e nell’estate

solo solo nel deserto,

di radici si nutriva

e dormiva allo scoperto,

vecchierello diventato

per scontare il suo peccato.

 

Viva viva Sant’Antonio  ecc.

 

Il demonio traditore

notte e giorno sorvegliava,

sotto veste di amicizia

di tentarlo mai cessava,

se ne accorge il vecchio Abate

e gli tira due pedate.

 

Viva viva Sant’Antonio  ecc.

 

Non contento satanasso

torna subito a tentare,

e ti sfida Sant’Antonio

una briscola a giocare;

vinse e bevve Sant’Antonio

fece olmo il rio demonio.

 

Viva viva Sant’Antonio  ecc.

Sant’Antonio conservava

un fiaschetto di buon vino,

e s’accorse che il demonio

gli faceva il malandrino !

Un bel giorno ce lo piglia

ce lo lega e ce lo striglia.

 

Viva viva Sant’Antonio  ecc.

 

Altra volta fresco fresco

si fa innanzi satanasso;

Sant’Antonio te lo pesca

e lo lega sopra un sasso;

poi con acqua di liscivo

gli fa un bravo lavativo ! !

 

Viva viva Sant’Antonio  ecc.

 

Di lumache in cerca andava

e guardava le formiche,

il demonio che spiava

te lo butta tra le ortiche.

Sant’Antonio senza stizza

piano piano si raddrizza.

 

Viva viva Sant’Antonio ecc.

 

Raddrizzato Sant’Antonio

dell’ortiche fa un gran mazzo

indi afferra quel demonio

e davanti lo strapazza;

poi lo volta in giro tondo

e gli acconcia il mappamondo!

 

Viva viva Sant’Antonio  ecc.

 

Ora il Santo già invecchiato

camminava per la valle;

il demonio screanzato

gli sedette sulle spalle :

“trotta, trotta,Antonio caro,

io padrone ,tu somaro !”

 

Viva viva Sant’Antonio  ecc.

 

Sant’Antonio paziente

non fiatò ,non disse niente

portò in cima d’un burrone

quel tristissimo buffone

che,di là precipitato

restò zoppo e scorticato !

 

Viva viva Sant’Antonio  ecc.

 

Il demonio per la rabbia

gli rubò il porchettino;

Sant’Antonio tra la sabbia

ammazzò quel malandrino.

Lo spezzò ,ci mise il sale

e ci fece carnevale !

 

Viva  viva Sant’Antonio  ecc.

 

 

 

Orsù allegri, cari amici ,

non abbiamo più timore ;

finchè siamo giovanotti

festeggiamo ben di cuore;

e ridiamo del demonio

chè l’ha ucciso Sant’Antonio.

 

Viva viva Sant’Antonio ecc.

 

Dopo quanto abbiam narrato

vero fatto genuino,

niente altro noi vogliamo

che un goccetto di buon vino.

Se ci date un fiasco sano

vi baciamo anche la mano.

 

Viva viva Sant’Antonio  ecc.

 

Se ci date un bel prosciutto

o salsicce o salsicciotto

grande festa ci faremo

nella sera del diciotto

ad onor del donatore

che ci mostra sì buon cuore.

 

Viva viva Sant’Antonio  ecc.

 

Se ci date una gallina

o un cappone, o un tacchino,

un’ochetta grassa e tonda,

o venti uova in un cestino

grideremo a perdifiato  :

Sant’Antonio ringraziato !

 

Viva viva Sant’Antonio  ecc.

 

Se con noi non siete avari

duecent’anni viverete ;

fortunati senz’affanni

e  felici voi sarete.

Benedetti in tutte l’ore

dal Gran Santo Protettore.

 

Viva  viva Sant’Antonio  ecc.

 

Quest’allegra  compagnia

con accenti armoniosi

vi ringrazia, vi saluta

con auguri fervorosi

di trovarvi tutti bene

questo dì l’anno che viene.

 

Viva viva Sant’Antonio,

il nemico del demonio

Sii lodato in tutte l’ore

Nostro Santo protettore.

 

2) La seconda : è stato ritrovato recentemente un Libretto dal titolo : CANTO POPOLARE  "Il Sant'Antonio del 1919 in Bolognano " di PASQUALE TIERI , sono in tutto 17 sonetti e furono stampati dalla Tipografia di Torre dè Passeri "Palma e Colangeli" - di seguito il testo completo :

 

                    I

Nostro Santo Protettore,   

Dacci tu pensieri, ardore,

Per cantar con sentimento

Il radioso avvenimento,

La più bella e gran vittoria

Che ricordi mai la storia,

Il mirabile riscatto

Che del mondo è stato fatto,

Per cantare la canzone

Della nostra passione;

Per cantarla a perdifiato

Sant’Antonio sia lodato.

                  II

Tu ricordi, o Protettore

L’anno scorso, che dolore;

Qual tristezza, quant’affanno,

Protetore, lo scors’anno!

Lo ricordi, nostro Santo,

La tua festa fu di pianto!

Era l’alma terra invasa,

Il nemico dentro casa;

Eran fin le nostre chiese

Derubate e vilipese!

Che disastro: “ Caporetto”,

Sant’Antonio benedetto.

                III

Ma l’Italia il gran tormento

Fè tacere in un momento:

Ritemprando la sua fede,

Balzò su, l’allarme diede;

Rievocando madre Roma,

Ricompose la sua chioma;

Asciugando la pupilla,

Fece appelo ai suoi Balilla;

Fece appello ai figli suoi

Che tutti han virtù d’eroi.

Maestosa nel dolore

Ella fu, Gran Protettore

 

 

 

                IV

Alla voce della Madre

Furon pronti i figli a squadre.

Gli ideali puri e santi

Rifiorirono in tutti quanti.

Re, Ministri e Condottieri

Compir tutti il lor doveri;

Il soldato nostro forte

Si lanciò verso la morte:

Baldi accorsero e solenni

Fin i figli diciottenni

Il nemico fu fermato,

Sant’Antonio, sii lodato

                  V

Lo fermaron lungo il Piave

Le milizie nostre brave,

Che gridaron :” Qui sia tappa”

Quando fur sul monte Grappa.

Ed in viso all’ostil massa

Là giuraron :-Non si passa;

Se morrem, fia nostro avello

Questo Grappa santo e bello.-

Là risuona, non pur spento,

In dolc’eco il giuramento…..

E di lì non s’è passato,

Sant’Antonio, sii lodato.

                 VI

Venne il giugno del diciotto

E pagar si fè lo scotto

All’armata triste e ria

Della doppia monarchia.

Che voleva ad ogni costo

Nostro grano mieter tosto

Per sfamare la sua gente

Digiunante allegramente….

Il nemico ancor si lagna

Come il piffer di montagna,

Che dai nostri fu suonato,

Sant’Antonio, sii lodao

 

 

 

 

                 VII

Poi l’Ottobre immenso venne,

Ed artigli, becchi e penne

A quell’aquila a due teste

Fur conciati per le feste

A Novembre, come fronda,

Andò giù la moribonda:

La nefasta Monarchia

Cadde e giacque e….così sia.

Oh! Che gioia: il tuo sorriso

Giunse a noi dal Paradiso.

Chè, battuto il gran deminio,

Tu pur godi, Sant’Antonio.

               VIII

Venne infine il precipizio

Dei Tedeschi, e l’armistizio.

Che peccato! Guglielmone

Non potè far colazione

A Parigi bella e santa

In ricordo del settanta,

Ma dovè fino a Berlino

Fuggir tosto l’assassino!

Le Nazioni nostre belle

Ora voglion la sua pelle;

La sua pelle scellerata,

Sant’Antonio, è reclamata.

                IX

La gran madre fece festa

Quando vide Trento, Trieste,

Le frontiere, il dolce mare

A Lei liberi tornare.

Per la Francia la ria pena

Cessò quando la Lorena

E l’Alsazia, alfin redente,

Ritornaro a Lei contente.

Le latine due sorelle

Nella gloria son più belle,

Esse il sangue lor migliore

Han versato, o Protettore.

 

 

 

               X

Ha gioito l’Inghilterra

Per la fin di questa guerra

Che aggiustò con pepe e sale

La teutonica rivale.

Ed il Belgio eroico e fiero

Or giù vede il masnadiero,

Il Tedesco prepotente

Vede giù, ridotto a niente.

Sono Serbia, Romania,

Montenegro in allegria.

E’ la festa del valore,

Nostro Santo Protetore

              XI

E gioir gli Stati Uniti

Quando videro finiti

I nemici infami e tristi,

Come mai non furon visti,

Il contento più profondo

Trovò l’eco in tutto il mondo.

Or soltanto la Germania

Nel rimorso si dilania.

Sol la Russia traditrice

Si contorce e maledice;

Sente in cuore il gran tormento,

Protettor, del tradimento.

                 XII

Agli eroi della vittoria

Or gridiamo:-gloria, gloria-

Gloria ai morti, ai mutilati,

Gloria a tutti i bei soldati,

Gloria al Re, ai Generali

Che fùr grandi e geniali,

Al Governo che l’unione

Tenne in tutta la Nazione.

Ed al popolo cosciente

Operoso e resistente.

Gloria a te che fede e ardore

Ci inculcasti, o Protettore.

 

 

 

                   XIII

Or nel gaudio, gli umil voti

Odi, o Santo, dei devoti:

Deh! Tu spazza l’ombra nera

Che da man c’insegue a sera

Che c’incombe ancor la notte,

Con dei sogni tristi a frotte.

L’ombra brutta del libretto

Che lo stomaco ha ristretto,

Della tessera atra, infame

Che soffrir ne fa la fame.

Tu quest’ombra e gli altri guai,

Protettor, distruggerai.

                 XIV

Fa che cessino i salassi

Che or ci fanno a magri e grassi,

Anzi i magri ben stecchiti

Sono sempre i preferiti.

Già non dico cosa nuova:

Trenta soldi un paio….d’uova;

Baccalà ad otto lire,

Son dei prezzi da stordire.

E non basta…quanto al pesce

L’alto costo sempre cresce….

Invochiamo il tuo calmiere,

Sant’Antonio, MISERERE.

                 XV

Tutti fanno il tira tira;

Mezzo litro ad una lira.

Per comprar di scarpe un paio,

Cento franchi e …. passa il guaio.

S’uno mai vestir, si voglia,

Trova pronto chi lo spoglia.

Ammalando, in pelle sola

Ci riduce la spagnola.

Chi poi muore, meno male,

Pur non pensa al funerale;

Svanir tutto il patrimonio

Ei non vede, o Sant’Antonio.

 

 

 

                  XVI

Sant’Antonio, presto presto

Deh! tu togli tutto questo;

T’invochiam pel sangue sparso

Sopra i monti, su pel Carso,

Lungo i fiumi, in ciel, nel mare

Nostro Santo Tutelare.

T’imploriam per questa Italia

Che ci esalta che ci ammalia,

Che pel mondo ancor più spande

Il suo nome dolce e grande.

Attendiamo con fervore

La tua grazia, o Protettore.

                XVII

E ne reca insiem la pace,

D’opre nobili ferace.

Alla terra e rose e gigli,

Alle madri rende i figli;

Alla terra e gigli e rose,

Rendi i giovani alle spose.

Questo priego non sia vano,

Che ti vien da Bolognano,

Dal suo popol che t’implora,

Che t’invoca, che t’adora,

Che ti avrà, Santo possente.

Nel suo cuore eternamente.

 

 

  3) La Terza : Dalla ricerca certosina operata da Franco Ronzone, originario di Scafa ma residente a Piano d'Orta oramai da più di un decennio, frammista alla sua passione per il teatro, si recupera una “lirica composta ad inizio secolo dal maestro Gaetano Iezzi musicista di Scafa (Pe) ,ma di professione sarto e dal maestro  Stromei  di Tocco da Casauria (Pe).” che narra la vita di Sant’Antonio ,tentato nel deserto dal demonio". Narra la tradizione che il monaco eremita Sant’Antonio Abbate, si ritirò giovanissimo nel deserto della Tebaide e lì fu tentato in continuazione dal demonio.

Grazie all’impegno ed alla tenacia di numerosi soci, la Pro-Loco di Piano d'Orta negli anni 2000 / 2002 ha rappresentato questa “operetta” con costumi e strumenti musicali in molte località della zona ed oltre confini….. Memorabili le rappresentazioni che sono state date ,con grande successo di pubblico e di critica, in alcuni famosi luoghi e piazze Italiane. Storiche le esibizioni a Roma nella famosissima Piazza Navona, a Pescara in Piazza Salotto, a Chieti in Corso Marrucino , nella sontuosa Basilica di San Clemente a Casauria di Castiglione a Casauria ,per elencarne alcune di quelle più rappresentative.

  Lirica del musicista Gaetano Iezzi e del maestro Domenico Stromei

TESTO DELLE PAROLE DEL SANT’ANTONIO

EREMITI:                    Da lontano, noi veniamo, o fratelli di noi pietà.

                                    Qui asilo, a voi cerchiamo, l’eremita è stanco già.

                                    La dimora ospitaliera il buon Dio proteggerà.

                                    Ai gentil di questa sera pace il cielo donerà.

                                    Ai gentil di questa sera pace il cielo donerà.

CAPO                         Ecco il vecchio frate Antonio, che a stento muove il piè;

EREMITA:                  dalla furia del demonio, salvo è ancor per la sua fè.

S.ANTONIO:            Stella lucente in cielo, traccia il cammin al pellegrin

                                    verso il deserto. Dio creator da ogni tentazion sia salvo

                                    il penitente peccator. Con la stella che mi guida me ne andrò

                                    lontan lontano, l’alma mia tutto sfida, del Signor c’è la mano

                                    Nel deserto farò vita fra lo stento e il digiunar sia la voce

                                    mia esaudita, giunga al cielo il mio pregar.

EREMITI:                    Nel deserto tu godrai fra lo stento ed il pregar,

                                    finchè degno tu sarai del ciel e grazia meritar

                                    del ciel del ciel.

S.ANTONIO:            Dopo lungo eremitaggio sono ormai tutto sfinito,

                                    Fu conforto il mio disagio e il demon sempre punito

                                    Nella landa del deserto non conobbi mai desio,

                                    Dopo tanto aver sofferto, qui tra voi mi manda Iddio

                                    Dopo tanto aver sofferto, qui tra voi mi manda Iddio.

DIAVOLO:                  Largo, largo – largo largo dannati signori

                                    La mia preda nascondete.

                                    Tu non sfuggi ai miei furori ed a forza con me verrete.

S.ANTONIO:            Più non sperar vil tentator, più non sperar tentator.

DIAVOLO:                  Deh vieni o frate, solo con me godrai,

                                    Perché stentarsi tanto, cercando ognun pietà.

                                    Amor ricchezza e vita, eterna gioventù da me tu avrai.

                                    Deh vieni o frate non tremar.

S.ANTONIO:            No, no vai tentator, godo del mio Signor.

DIAVOLO:                  Tu sei presso a morire ed indietro non puoi più tornare,

                                    Pensaci su!

S.ANTONIO:            Pensato ho già da anni donare l’alma e il cor,

                                    Al mio Signor, al mio Signor.

DIAVOLO:                  Deh vieni !.

DUETTO:                               S.Antonio                                                  Diavolo

                                    La mia vita sempre lieta                             La tua vita sempre lieta

                                    Pien di gioia, pien d’amor                       pien di gioia pien d’amor

                                    Vo menar vita d’asceta                                  Vieni meco anacoreta

                                    Adorando il mio Signor                         Lascia andare il tuo Signor

                                    Per me piena di tristezza                                  Per te piena d’amarezza

                                    L’esistenza mai non fu                                 l’esistenza tosto fu

                                    Ne conobbi l’amarezza                              questa vita d’amarezza

                                    Della vita di quaggiù                         per te poi, non sarà più

                                    Di quaggiù                                                           non sarà più

EREMITI:                    Veglia su noi Signor nella notte scura,

                                    Il sacro timor, rende l’anima pura;

                                    Stella del cielo santo tremule lucenti.

                                    Veglia su noi Signor nella notte scura

                                    Veglia su noi, su noi ..Signor

S.ANTONIO:            Deh proteggi o mio Signor salva ancor l’anima mia;

                                    Fa che il vile tentatore, da me lungi sempre sia.

                                    O Signor..

EREMITI:                    P-i-e-t-à

ANGELO:                  Questa croce ti manda Iddio, è il segnale della vittoria

                                    Non temere Antonio Pio che nel cielo è la tua gloria

                                    Non temere Antonio Pio che nel cielo è la tua gloria

EREMITI:                    Non temere, non temere, non temere Antonio Pio che nel cielo

                                    è la tua gloria!

                                    Va via Poltron, va via poltron!

                                    Va Lucifero all’inferno, il bel Santo lascia andare,

                                    va nel fuoco tu eterno – non venir, non venir più a tentar!

TUTTI:                        Nella piccola bisaccia, qualche cosa metterete

                                    Una torta una focaccia, qualche cosa per la sete.

                                    Due salcicce e salcicciotti un salame e due biscotti,

                                    Un pollastro o palombella, un prosciutto e mortadella,

                                    Del cognac e un pò di vino, un cappone ed un tacchino-

                                    Ed un tacchin.

                                    Miei signori grazie assai della vostra buona offerta!

                                    Non pensiamo più ai guai e alla fame già sofferta.

                                    Miei signori grazie assai della vostra buon offerta

                                    Buona sera, miei signori, buona se-e-ra.