STORIA  della  FABBRICA

   

NASCE IL COMPLESSO INDUSTRIALE     prima come S.I.E.V (Società Italiana Elettrochimica Volta) che poi diventerà dopo varie vicissitudini la Fabbrica“Montecatini”                                                                                                                                                                                                                              "Qualsiasi Paese privo di storia è simile ad un uomo che ha perso la sua memoria e così,è disorientato e confuso nell’affrontare il futuro"                                                  La fabbrica “Montecatini” ha avuto tanta influenza nella storia dell’industria nell’Italia Centro-Meridionale ,con importanza strategica durante i periodi bellici delle due guerre mondiali e proprio a causa di questo è stata bombardata da parte delle truppe alleate per ben 36 volte, con gravi danni e disagi sia alle strutture industriali che a quelle civili. La presenza della fabbrica ha radicalmente trasformato il territorio e la cultura della zona  tra il periodo compreso tra i primi anni del ‘900 fino ad arrivare all’anno 1965, anno di chiusura del complesso. Bisogna sempre tenere bene a mente il fatto che Piano d’Orta esiste perché attorno ad un polo industriale sorto nei primi del novecento si comincia pian piano a costruire un Paese.

dal Libro delle delibere del Comune di BOLOGNANO anno 1900….

Si riporta la Delibera della Giunta Comunale, paragonabile alla moderna Concessione Edilizia)

  DELIBERA  DEL  17.02.1900     ( Nulla Osta alla costruzione della Fabbrica)

  l’anno Millenovecento,il giorno Diciannove Febbraio nella Segreteria Comunale di Bolognano ,previ avvisi nelle forme di legge ,si è riunita la Giunta Comunale nelle persone dei Signori Bianchini Camillo, Sindaco,D’Angelo Berardino e Tieri Clemente ,Assessori. Assiste l’infrascritto Segretario Tieri Pasquale . Il Sindaco Signor Bianchini Camillo ,riconosciuta legale l’adunanza ,assume la presidenza ed invita i congregati a deliberare sul seguente oggetto : Domanda  17.febbraio.1900 avanzata dalla Società Italiana di Elettrochimica Volta ,concernente l’impianto di uno stabilimento in questo Comune ,in Contrada Piano d’Orta .

                                          La  Giunta

Considerando che il sistema di impianto e di lavorazione ,giusta assicura la Spettabile Società, non comporta esalazioni nocive ,né altri inconvenienti per la pubblica igiene; Ritenuto che tuttavia la località prescelta è lontana dai centri abitati e a conveniente distanza anche dalle poche case coloniche sparse per la campagna ;

Considerando altresì che il detto impianto arrecherebbe grandi vantaggi all’industria ed alla agricoltura di questo Comune,ad unanimità di voti espressi nei modi di legge

                                             Dichiara                                                                                                                                                                                      Nulla ostare a che la Società Italiana di Elettrochimica Volta impianti una officina per la produzione dell’anidride solforica ,concimi ed altri prodotti chimici ,nella località detta detta Piano d’Orta di questo Comune ,situata a monte della strada Provinciale Popoli-Pescara e nella sponda sinistra del Fiume Orta .  

  Come si evince dalla delibera, nel 1900  Piano d’Orta è una “località prescelta lontana dai centri abitati e a conveniente distanza dalle poche case coloniche sparse per la campagna” per cui si tratta di una vera e propria landa desolata,un luogo apparentemente isolato e comunque sicuramente spopolato .

Che la fabbrica cambi tutta la geografia della zona e rimodelli la vocazione urbanistica non solo del Comune di Bolognano ,ma di tutta la Vallata con l’aumento delle strutture e infrastrutture pubbliche a causa anche dell’aumentata popolazione a vocazione specialmente operaia ,può desumersi eloquentemente da un’altra delibera Comunale di Bolognano in quel momento storico in Provincia di Chieti , che qui si riporta integralmente:

DELIBERA  Giunta  Municipale

dal libro delle delibere del Comune di Bolognano anno 1916

(provvedimenti circa l’apertura di una nuova Scuola Elementare nella Frazione Piano d’Orta

  L’anno millenovecentosedici, il giorno venti del mese di Ottobre, nella casa Comunale di Bolognano. Previ avvisi nei modi di legge, si è riunita la Giunta Municipale nelle persone dei Signori: De Marco Pio, Sindaco, Natarelli Donatantonio e De Stefanis Filoteo, Assessori Effettivi.

Il Sindaco Signor De Marco Pio, riconosciuta legale l’adunanza, apre la seduta alla quale assiste il Segretario Signor Pasquale Tieri. Quindi lo stesso Signor Presidente comunica agli intervenuti doversi trattare in via d’urgenza il seguente oggetto: “Provvedimenti circa l’apertura di una nuova Scuola Elementare nella Frazione Piano d’Orta”.

La Giunta = Visto l’elenco dei fanciulli obbligati a frequentare nell’anno scolastico 1916-1917 la Scuola mista di Piano d’Orta, quale elenco contiene N° 121 iscritti; Visto l’elenco trasmesso a Quest’Ufficio con nota 18 Ottobre corrente dalla insegnante Emma De Polis, dal quale risulta che nella Scuola di detta Frazione furono già iscritti altri 36 alunni che non risultano nel Registro degli obbligati di cui sopra e che non potevano figurare perché le loro famiglie non hanno praticato il prescritto cambiamento di domicilio e residenza; Ritenuto pertanto che la popolazione scolastica di detta Frazione raggiunge nel fatto la importantissima cifra di centocinquantasette (157) alunni;

Ritenuta, conseguentemente, la necessità nel supremo interesse della istruzione primaria di fare istanza affinchè la Superiore Autorità,compresa della urgenza ed imprescindibilità di provvedere voglia stabilire la istituzione in detta Frazione di una nuova Scuola prima che s’inoltri l’anno scolastico testè incominciato ,e ciò anche pel fatto che quella cittadinanza tutta reclama la insufficienza dell’attuale stato della scuola ,e per la considerazione che Piano d’Orta ,che è sede dei Grandiosi Stabilimenti della Società Italiana di Elettrochimica e dei Prodotti Azotati ,ha assunto grandissima importanza nel volgere di pochi anni,e sempre più ne va acquistando specie ora che sono stati dichiarati Stabilimenti sussidiari dello Stato;

Ritenuta l’urgenza di provvedere e visto all’uopo l’art.140 della vigente Legge Comunale e Provinciale, ad unanimità di voti espressi nei modi di Legge

Delibera = Di fare istanza all’Ill.mo Signor Regio Provveditore agli Studi della Provincia di Chieti perché voglia provvedere ,a cominciare dall’anno scolastico in corso ,alla istituzione in Piano d’Orta di una nuova Scuola Elementare . La presente deliberazione verrà portata alla notifica del Consiglio Comunale nella prima adunanza E,precedente lettura ,si approva e sottoscrive.

Il Presidente                                         L’Assessore Anziano                          

                                          Il Segretario  Pasquale Tieri

  Sono passati appena  16 (sedici) anni dalla richiesta al Comune di costruire la fabbrica ! e l’aumento della popolazione induce l’amministrazione Comunale a deliberare una nuova Scuola Elementare ( 157 alunni !!! siamo nel 1916 !!! ) .

Bisogna immaginare una “rivoluzione” urbanistica del territorio,delle attività commerciali e dei rapporti umani , senza entrare nelle questioni culturali-sociali e politiche che lasciamo agli storici del settore . In quel periodo di  tempo la S.M.E. (odierna E.N.EL.) costruisce l’invaso con la Centrale Elettrica , viene ammodernata la Statale Tiburtina Valeria (S.S.n.5) ,nasce  il Cinematografo, il Dopolavoro e qualche anno dopo (1931) la Società Sportiva di Calcio VIRTUS  PIANO D’ORTA e si pensa addirittura di rendere navigabile il Fiume Pescara da Piano d’Orta (dall’attuale diga) fino a Pescara (Castellamare) per collegare il Porto dell’Adriatico con la Fabbrica.  

Ci fu un vero e proprio sviluppo demografico ed urbanistico dell'intera Val-Pescara che fu determinato dall'addensamento della popolazione verso il nuovo nucleo industriale, che agiva da vero e proprio polo di attrazione:

          La crescita della popolazione :   il numero degli abitanti
 
    1901     1911     1921     1931     1936
Bolognano   2.282   2.696   2.409   2.467   2.558
Bussi   2.215   2.941   3.039   3.721   4.012
Scafa   2.455   3.046   3.106   3.158   3.340
Popoli   7.565   7.988   7.496   7.788   8.477
Chieti 26.343 26.897 31.381 33.905 30.266
Pescara 16.165 21.564 26.073 37.966 45.445

Nell’intento di dare un segnale di ciò che questa fabbrica ha rappresentato e rappresenta per i tanti cittadini di Piano d’Orta e dei paesi limitrofi che hanno in qualche modo il ricordo di questo colosso industriale , la Pro-Loco di Piano d’Orta qualche anno fa ha voluto chiamare (“intitolare” è una parola grossa che ha bisogno di tanti sigilli di autorizzazione da parte di organi competenti !) la piazza centrale  del paese Piazza AZOTO .

A qualcuno è sembrato uno scherzo, altri hanno apprezzato; eppure Piano d’Orta e la sua fabbrica hanno in qualche modo scritto un pezzo importante della storia dell’umanità a causa di questo elemento chimico :

…dal giornale  “IL  RACCOLTO”    anno  X       n.1-2          gennaio  -   febbraio  1969

  AZOTO          Fino al  “limite di allettamento”       di  Spartaco  Maricetti

omissis… “è certo che si potrebbe fare a meno delle sostanze organiche se si fosse in grado di ricavare da altre sorgenti le sostanze che le rendono efficaci”. Uno studioso famoso ,J. Boussigault ,dimostrò la fondatezza delle teorie di Liebig (1850) . Eseguendo una serie di meticolose prove che fecero definitivamente trionfare la nuova dottrina mineralistica e lanciarono alla ribalta i nitrati da lui individuati quali fondamentali sorgenti di azoto. L’uomo aveva finalmente in mano l’arma per combattere le carestie e la fame  ma il nitrato di soda proveniente dagli enormi giacimenti  del Cile ,il guano del Perù ,il solfato ammonico delle cokerie non erano sufficienti a soddisfare le necessità dell’agricoltura mondiale e ben presto l’approviggionamento dell’azoto divenne il “dramma dell’epoca”  : nel momento stesso in cui l’umanità aveva scoperto l’azoto questo gli sfuggiva.  Eppure il prezioso elemento costituisce i quattro quinti dell’aria atmosferica  ed era quindi disponibile in quantità inesauribile ,solo che si fosse riusciti ad ottenere composti azotati partendo dall’aria stessa ; furono tentate molte strade per giungere a questa soluzione ma si dovette attendere fino al 1904 per vedere realizzata a PIANO D’ORTA (Pescara) per la prima volta nella storia mondiale una fabbrica capace di fissare l’azoto atmosferico ,ottenuto dalla distillazione dell’aria liquida,su del carburo di calcio

Era nato il primo fertilizzante  azotato sintetico : la  CALCIOCIANAMIDE.

Il caso volle che negli stessi giorni l’uomo realizzasse un altro dei suoi più fantastici sogni :il volo. Le due cose  pur non avendo nulla in comune tra loro rappresentano ambedue il raggiungimento di una pietra miliare nella storia dell’umanità : l’emancipazione della fame e la conquista dell’aria ; l’asservimento della terra e dell’aria all’uomo.    …omissis  

cartolina postale della S.I.P.A. (Società Italiana Prodotti Azotati) del 1924

  LA MONTECATINI DI PIANO D’ORTA ATTRAVERSO LE CARTE DELL’ARCHIVIO AZIENDALE

1. IL RITROVAMENTO DELL’ARCHIVIO                                                                                   E’ strano che una grande società come la Montecatini, quando nel 1965 decise di    dismettere la fabbrica di Piano d’Orta (frazione del comune di Bolognano in provincia di Pescara), abbia abbandonato l’archivio aziendale in un angusto e fatiscente locale del fabbricato adibito ad uffici. Qualche anno dopo l’area ed i fabbricati dello stabilimento furono acquistati da un imprenditore di Pescara, il quale non si preoccupò di recuperare le carte probabilmente perché non si era accorto della loro esistenza. Nella primavera del 1989 l’archivio fu rinvenuto da un funzionario dell’Archivio di Stato di Chieti (Marcello Benegiamo). L’archivio versava in condizioni estremamente precarie, giacché circa un terzo del materiale (in totale circa 10 metri cubi) era stato seriamente danneggiato dalle intemperie, a causa delle condizioni fatiscenti delle strutture dell’edificio in cui era conservato. A ciò bisogna poi aggiungere le continue asportazioni nel corso degli anni da parte di privati cittadini che avevano facile accesso nei locali di deposito. L’archivio della Montecatini di Piano d’Orta, dopo il suo rinvenimento, è stato dichiarato di notevole interesse storico ai sensi dell’art.36 del D.P.R. 30.09.1963, n.1409, con provvedimento della Sovrintendenza Archivistica dell’Abruzzo in data 15.03.1991. Già prima della dichiarazione, quest’ultimo ufficio aveva destinato fondi (8 milioni) per la disinfestazione del materiale e per una prima sistemazione in un locale della delegazione comunale di Piano d’Orta; inoltre, aveva avviato anche il riordinamento dell’Archivio. Ma, nella primavera del 1992, il proprietario dell’ex fabbrica decise di trasferire tutto il materiale rinvenuto in un locale di sua proprietà, sito a Pescara. Il conseguente, lungo contenzioso con il Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali, per la sorte dell’Archivio, si è da poco concluso. Il proprietario starebbe provvedendo personalmente al suo riordino, sicché le notizie che in questa sede si forniscono sono riferite soprattutto ai libri contabili e sociali a suo tempo riordinati quasi del tutto, per conto del Ministero.  E’ da sottolineare comunque che il mancato rinvenimento del titolario dell’azienda non permette di riordinare l’archivio secondo la classificazione originaria.           Questo inconveniente tecnico non è di semplice risoluzione anche perché l’archivistica in materia di riordino di documentazione storica d’azienda non è, per vari motivi, ancora metodologicamente definita.

2. DESCRIZIONE DEL MATERIALE ARCHIVISTICO

            Si tratta di una ampia documentazione, in alcuni casi tuttavia, abbastanza lacunosa, che comprende: 529 libri paga operai (1911-1964), per lo più quindicinali; 11 libri matricola operai (1910-1964); 141 libri paga impiegati, mensili (1943-1964); 5 libri matricola impiegati (1929-1964); 45 giornali di cassa (1911-1965); 8 libri dei monti (1939-1952); 3 registri di carico e scarico anticrittogamici ramato P1 e solfato di rame (1941-1943). Inoltre una grande quantità di cartellini di operai ed impiegati, raggruppati parzialmente per anno (1946-1965). Nella prima fase dell’intervento furono rinvenute anche alcune centinaia di metri di materiale filmico, attualmente in corso di restauro presso la Sovrintendenza Archivistica di Pescara. Si segnala altresì materiale abbondante, del periodo 1916-1965, comprendente un voluminoso carteggio, registri di prima nota, libri di scorte e consistenze, registri di inventario e di deposito, di rilevazioni giornaliere, quindicinali e mensili. Molto interessante anche la serie iconografica con diverse planimetrie della fabbrica e disegni dei macchinari, riguardanti anche altre fabbriche del gruppo Montecatini. Infine si segnala documentazione relativa allo stabilimento di Avezzano e a quello in costruzione di Termoli (1932-1943). Tuttavia la travagliata storia dell’archivio in questione non permette in questa sede una descrizione particolareggiata di tutti i documenti sopracitati; pertanto si possono fornire informazioni esclusivamente del materiale archivistico che, all’epoca del riordinamento per conto della Sovrintendenza, è stato possibile fotocopiare, o del quale sono stati presi appunti e annotazioni. Tali notizie vengono fornite per mezzo di una schedatura che raggruppa il materiale archivistico in modo da formare unità tematiche il più possibile omogenee….omissis…

3.STORIA DELLA FABBRICA

            Con tale documentazione si può ricostruire in modo esaustivo la storia della fabbrica nei suoi vari aspetti. La fabbrica di Piano d’Orta, assieme a quella limitrofa di Bussi, fu impiantata nel 1901 dalla Società Italiana di Elettrochimica (Sie). Il primo nucleo produttivo di questo polo industriale era costituto dalla centrale idroelettrica sul fiume Tirino e dagli impianti per la produzione di soda e cloro, e di acido solforico, rispettivamente a Bussi sul Tirino e Piano d’Orta, località poco distanti tra di loro. Nei primi due anni di vita (1902-1904) lo stabilimento di Piano d’Orta produceva esclusivamente acido solforico (circa 10000 quintali all’anno), sostanza utilizzata allora per lo più nella produzione di concimi. Nel 1904 la Società Italiana per la Fabbricazione di Prodotti Azotati e di altre sostanze per l'agricoltura (SIPA), una consociata del gruppo SIE, rileva l’impianto di Piano d’Orta (atto del notaio Capo del 29.09.1904, registrato a Roma il 18.10.1904 al n. 1847) ; l’obiettivo della Sipa è quello di avviare la produzione di fertilizzanti azotati per l’agricoltura. In tale contesto fu tentato con successo - per la prima volta al mondo - la produzione della calciocianamide, rivoluzionario concime sintetico, ottenuto fissando ad alta temperatura l’azoto atmosferico con il carburo di calcio. L’impianto per la produzione di calciocianamide, tuttavia, non entrò sul momento in funzione, a causa delle disagiate condizioni finanziarie della Sie, susseguenti alla crisi industriale del 1907; la calciocianamide fu prodotta nella fabbrica di Piano d’Orta solo a partire dal 1912.             Invece, dal 1904 nello stabilimento di Piano d’Orta si comincia a produrre, oltre all’acido solforico, solfato di rame e perfosfato. Tra il 1906 e il 1910 la produzione media annua dei tre prodotti fu rispettivamente di 91000, 16000 e 124000 quintali. La pirite per la fabbricazione dell’acido solforico proveniva dalle miniere di Gavorrano e Scarlino (Grosseto), di proprietà della Montecatini; invece il residuo dei forni Herreschoff, cioè le ceneri di pirite, venivano inviate, sempre a mezzo ferrovia, al complesso siderurgico dell’Ilva di Bagnoli.  Proprio per il ruolo strategico assunto in tal modo dallo stabilimento abruzzese, nel ciclo produttivo dell’industria pesante, con decreto n.35 del 25.11.1915, esso fu dichiarato ausiliario dal Ministero della Guerra. Gli altri due cicli produttivi, il solfato di rame e il perfosfato, avevano come materie prime rispettivamente il rame e il fosfato; il primo proveniva dalle miniere del Cile, il secondo da quelle di Gafsa in Tunisia, Kosseir e N’Dilla in Marocco. Tra il primo ed il secondo conflitto mondiale, il periodo di maggiore floridezza della fabbrica abruzzese, le produzioni medie annue di solfato di rame e di perfosfato si attestarono su livelli consistenti: rispettivamente 50000 e 480000 quintali; la produzione di acido solforico in questo periodo era, in media, di 300000 quintali all’anno. Nella fabbrica erano occupati circa 300 operai ed una ventina di impiegati. IL 6 agosto 1924 una azienda controllata dalla Montecatini, la Società Marchigiana di Concimi e Prodotti Chimici di Roma, il cui amministratore unico era Guido Donegani, rileva la Sipa. Infine, il 29 maggio 1929 la Montecatini assume direttamente la gestione della fabbrica di Piano d’Orta. Tra il ‘32 ed il ‘33 la Montecatini procede ad un notevole potenziamento dello stabilimento di Piano d’Orta, impiantando le produzioni di fluosilicato di sodio e di solfato di allumina, con una capacità produttiva rispettivamente di 2000 e 50000 quintali all’anno. Nell’ambito dell’adesione della Montecatini alla politica industriale del regime fascista, il fluosilicato veniva spedito soprattutto in Germania. Il solfato di allumina, invece, era inviato nelle cartiere di Isola del Liri e di Ceprano; la materia prima per quest’ultimo prodotto, cioè l’idrato di allumina, proveniva da Porto Marghera. Non tutto l’idrato, tuttavia, era trasformato in solfato di allumina; una parte era lavorata per ottenere glicerina, che, insieme all’acido solforico, veniva a sua volta inviata agli stabilimenti chimici di Bussi ed alla Dinamite Nobel di Pratola Peligna, dove si producevano aggressivi chimici ed esplosivi. Proprio per il peculiare ruolo in tal modo svolto dal polo industriale di Piano d’Orta-Bussi-Pratola Peligna nella produzione bellica, questo complesso subì, nel corso dell’ultimo conflitto, una massiccia azione di bombardamenti aerei da parte degli alleati prima, e dei tedeschi successivamente. In particolare la fabbrica di Piano d’Orta fu bombardata ben 36 volte, oltre ad essere stata occupata prima e saccheggiata poi dalle truppe tedesche. Alla fine i danni ammontarono ad oltre 120 milioni di lire. La ricostruzione fu avviata dalla Montecatini, con scarsi aiuti finanziari da parte dello Stato, già nel 1945, ed ultimata due anni dopo. La produzione fu indirizzata di nuovo verso il settore dei concimi chimici ed inoltre dei prodotti anticrittogamici; quest’ultima lavorazione era stata già avviata nel 1941. Tuttavia la crisi della Montecatini dei primi anni ‘60 portò alla chiusura dello stabilimento nel 1965.

  4.CARATTERISTICHE DELLO STABILIMENTO

            La fabbrica di Piano d’Orta alla vigilia dell’ultimo conflitto, cioè nel periodo di massima espansione, si sviluppava su di una superficie totale di 117326 metri quadrati, così suddivisi. 33696 mq di superfici scoperte (strade, piazzali, binari, depositi); 26348 mq di superficie coperta (abitazioni, uffici, fabbricati industriali); 44339 mq di superficie scoperta all’esterno della fabbrica (piazzali, adiacenze case operaie, binario di raccordo, deposito ceneri, campo sportivo del Dopolavoro); 10000 mq, suddivisi in 20 lotti, di terreno assegnato gratuitamente agli operai che avevano in affitto gli alloggi del gruppo nord; 2700 mq di terreno assegnato gratuitamente agli operai che alloggiavano negli appartamenti del gruppo sud. Inoltre 12068 mq di superficie coperta all’esterno della fabbrica, tra cui 2430 mq per le case operaie, 800 mq per le abitazioni impiegati e laboratorio, 245 mq per le portinerie, 1550 mq per magazzino scorta, refettorio, spogliatoio, 228 mq per gli uffici. Infine i reparti solfato di rame, fluosilicato di sodio e solfato di allumina erano estesi su di una superficie rispettivamente di 6515, 325 e 824 mq. Questa relazione ci è stata gentilmente concessa dallo Storico  Marcello Benegiamo di Chieti.

   LA  CALCIOCIANAMIDE

L'Azoto, i suoi derivati e la chimica dei fertilizzanti.

La chimica dell'azoto in certo qual modo è legata allo sviluppo dell'agricoltura. Dopo che i lavori di Liebig, nel 1840, dimostrarono che le piante avevano bisogno di elementi inorganici come azoto, fosforo e potassio per crescere, la chimica dei fertilizzanti ebbe un vigoroso sviluppo.Prima della disponibilità dei concimi azotati artificiali la fertilizzazione dei terreni avveniva con lo spargimento dello stallatico che, con l'industrializzazione delle coltivazioni, non fu pi¨ sufficiente per le ampie richieste di concimazione. Verso il 1850 questa necessità rappresentò˛ la spinta per il sorgere dell'industria dei perfosfati minerali e qualche anno dopo quella dei sali potassici.I fertilizzanti azotati disponibili verso la fine dell'800 stentavano ancora a coprire il fabbisogno agricolo e l'industria chimica pensò˛ al recupero dei sottoprodotti. Questo fu il caso del solfato d'ammonio ottenuto come residuo nelle distillazioni del litantrace.In Italia nel 1886 Magni realizzò˛ una delle prime società per la produzione di concimi chimici, Prodotti chimici industriali Magni & C., che verrà in seguito inglobata da Montecatini.Presto anche i recuperi non furono pi¨ sufficienti a soddisfare la richiesta di concimi azotati e nel 1898 Crookes pensò˛ all'aria come fonte inesauribile di azoto.L'intuizione di Crookes ebbe un risvolto economico, militare e politico che altre situazioni industriali non avrebbero avuto nel futuro. In pochi decenni nacquero processi per fissare l'azoto atmosferico la maggior parte dei quali basavano la loro teoria sulle osservazioni di Cavendisch del 1784 .Gli imprenditori che svilupparono questa industria ebbero un grande, ma effimero, sviluppo. I primi impianti furono quelli norvegesi dove l'energia elettrica si poteva ottenere a basso costo.I tentativi per fissare l'azoto si moltiplicarono facendo sorgere disparati processi come quello della sintesi dell'acido cianidrico usato nell'estrazione dell'oro del Transvaal, del carburo che ebbe il vantaggio di aver procurato la scoperta dell'acetilene, della calciocianamide che, oltretutto, esercitava sui terreni un effetto fertilizzante comparabile se non migliore di quelli tradizionali, fino a quello di Linde  che risolse il problema dell'azoto a basso prezzo.La grande disponibilità e l'economicità favorì il sorgere di molte industrie fra queste quella della calciocianamide in Italia a Piano d’Orta nel 1909, dell'ammoniaca sintetica e dell'acido nitrico per ossidazione dell'azoto ammoniacale.La produzione italiana di ammoniaca sintetica si sviluppò˛ solo dopo il 1920 con procedimenti originali messi a punto da Casali a Terni e da Fauser a Novara.Un'utilizzazione importante dell'ammoniaca fu quella della fabbricazione dell'urea che trovò˛ impieghi come fertilizzante, nelle produzioni di materie plastiche, nella farmaceutica, nella tintura, nell'apprettatura dei tessuti, nella concia e negli esplosivi.

Frammento pubblicitario                 POESIA   e  CHIMICA

... canta il grillo, fior di ruta
Dio l'aiuta chi si aiuta,
e il rurale sa la ride
con la
calciocianamide.

(Trilussa)

ALTRE  NOTIZIE

Nel 1873 viene attivato il tronco ferroviario Pescara-Sulmona; tra il 1887 ed il 1888 entrava in funzione il prolungamento Sulmona-Avezzano-Roma .

Tra il 1900 e il 1903, il governo, nell'ambito di un programma Nazionale di opere pubbliche per la creazione di una fitta rete idro-viaria, concepita soprattutto nella prospettiva della complementarietà con il sistema ferro-portuale, emana due importanti decreti ministeriali del 22 Marzo e del 14 Ottobre; in particolare, quest'ultimo istituiva la COMMISSIONE PER LA NAVIGAZIONE INTERNA, che tra i suoi lavori inserì anche l'esecuzione del progetto per rendere navigabile il Fiume Pescara dalla foce fino a Bussi . Il progetto per la navigabilità del Fiume Pescara fu redatto il 27 marzo 1908 e approvato dal Comitato Tecnico della Commissione per la Navigazione Interna il 27 Aprile successivo. Erano previsti lavori di sistemazione spondale e idraulica lungo 40 km , dalla foce al complesso industriale di Bussi-Piano d'Orta , per una spesa complessiva di 16 milioni di lire, di cui 5,5 milioni per il primo tratto Bussi-Piano d'Orta , di circa 10 km , da realizzare subito, il resto per l'altro segmento la cui esecuzione era subordinata a preventivi finanziamenti ministeriali .

Nel corso del primo conflitto (1915-1918) gli scali di Ortona e di Pescara rallentarono il rifornimento del polo chimico di Bussi-Piano d'Orta poichè la presenza nell'Adriatico della flotta austriaca impose una parziale utilizzazione dei porti dell'area napoletana, da cui le materie prime erano avviate per ferrovia verso la valle del Pescara, un percorso lungo e tortuoso, ma necessario.