STORIA di CANTALUPO |
Le più antiche memorie storiche di questa località oramai scomparsa,
ubicata tra la Frazione Musellaro del Comune di Bolognano (Pe) e il Comune di
Tocco da Casauria (Pe) sono rinvenibili nel
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instrumentorum seu chronicorum Monasterii casauriensis »
Testo latino del Chronicon Casauriense : "Preteritis insuper annis,quando S. Clementis Abbatia ab Agarenis vastata opprimebatur,et possessionibus imminuebatur, Lupus q. d. Ildegerii filius, cum ut supra dictum est Monasterium infestaret, tunc temporis ad montana coscendit, et circa montis ascessus, qui dicitur Ursa de Villulis et pertinentiis Beloniani et Tocci, a S. Clemente possessis et ab ipso Lupone pervasis, oppidum violenter aedificavit. Quod cum vigilantissime custodivat, ac secundum morem vigilantium munitiones et Castella, ipsemet in eius costructione vigilans frequenter cantaret, ab hoc vulgus avvisit, dicens : Cantat Lupo, ipseque applaudebat assens. Canta Lupo unde Castellum ipsum Cantalupo nomen accepit"
E' molto interessante notare come in una formella del portale di accesso del Monastero o Abbazia di San Clemente a Casauria (Pe), poste dall'Abate Gioele , al quale Papa Celestino III° diresse una Bolla nell'anno 1191, ritroviamo proprio "Cantalupum Castrum" accanto a quelli di altri Castelli a testimonianza dei rapporti intensi che caratterizzavano le vicende di quei centri che furono e costituirono l'appannaggio feudale del Monastero e che dettero un contributo determinante alla realizzazione del Codice Casauriense.
Cantalupum Catrum sorse contro l'Abbazia di San Clemente , e fu poi sottomesso da questa nell'anno 1081. Il Chronicon Casauriense racconta che dopo che i Saraceni avevano devastato con barbarie l'Abbazia, e precisamente nell'anno 969 ,un certo Lupo ufficiale Sassone , figlio di Ludegerio, ufficiale di Ottone cominciò con i suoi soldati a tormentare il Monastero e per infastidire ancor più tale Cenobio , fondò ai piedi del Monte Orsa un Castello che fu chiamato dal popolo Cantalupo.
Ma perchè inserire CANTALUPO in questo sito ? oramai Cantalupo fa parte del territorio del Comune di Tocco da Casauria. Bisogna ricordare allora "come" e "perchè" questo lembo di terra è oggi in territorio Toccolano. Bisogna riesumare dalla memoria e dagli archivi storici un fatto che a molti storici è sfuggito a causa della poca voglia di ricercare una verità ancora avvolta nel mistero !.
La verità,cos'è la verità .La verità non la possiede nessuno,questa è una verità . (anonimo)
UNA DATA STORICA : 12 maggio 1937
Dodici maggio millenovecentotrentasette, un giorno, un mese, un anno ; il Regio Commissario per la Liquidazione degli Usi Civici negli Abruzzi Dott. Cataldi "Cavaliere ufficiale" Pietro,Consigliere della Corte di appello di Aquila, pronuncia una sentenza che disegnerà da quel momento, sino ai nostri giorni i confini geografici ricompresi tra i comuni di : Bolognano,Tocco da Casauria,Salle e Musellaro in Provincia di Pescara. Una decisione definitiva nella causa demaniale tra il Comune di Bolognano per la sua Frazione Musellaro, il Comune di Tocco da Casauria , nonchè i Signori Tabassi di Sulmona per la assegnazione legale e materiale definitiva di un lembo di terra chiamato da immemore tempo Cantalupo.
Solamente nel 1937 a seguito di una sentenza, il territorio di CANTALUPO viene dichiarato annesso al territorio di Tocco da Casauria..... e prima come stavano effettivamente le cose ? e come si è arrivati a questa sentenza ?
Prima di passare all'analisi di tutto quanto la sentenza ha stabilito,vediamo meglio cos'era Cantalupo attraverso altre tracce storiche e documenti scritti dei seguenti autori :
DE POMPEIS : Vari studiosi tra cui il De Pompeis, ritengono che il toponimo derivi dai due termini mongolo-tartari di Kan e Teleped che hanno il significato l'uno di Capo e l'altro di Sede, per cui Cantalupo starebbe per residenza del capo.
SELLA : all'interno delle sue mura, secondo l'elenco del Sella, esistevano tre Chiese, rispettivamente intitolate a Sant'Angelo,San Nicola e Santa Maria de Fagetis.
D. ANTONIO BALDUCCI : ci mette al corrente che nell'anno 1355 "clerici de Cantalupo solverunt tarenos 3 ; ecclesiae S. Mariae de Fagata eiusdem tarenos 2 ".
LECCISOTTI p.30 : nell' anno 1260 Alessandro IV° al priore della Chiesa di S. Tommaso di Verano (attuale Chiesa della frazione S. Tommaso di Caramanico) e ai suoi fratelli in perpetuum: prende la loro Chiesa sotto la protezione apostolica, stabilendo che vi si continui ad osservare l'ordine canonicale secondo la regola di S. Agostino, confermando tutti i diritti, privilegi e possessi, fra cui le Chiese di S. Maria Picherico, S. Francesco di Orta, S. Biagio di Castellone, l'Ospedale di Nozano(?), S. Giovanni di Cantalupo ecc. ( San Giovanni è oggi una contrada di Musellaro attraversata da una Via Comunale che sulle mappe catastali (Fg.1 e 3 di Musellaro) è denominata Strada Comunale di San Giovanni. Tale stradina ha inizio nei pressi del torrente Farfengo per immettersi poi nella Strada Comunale di San Nicola che sale verso il Borgo Musellarese). A poche centinaia di metri dal punto in cui ha inizio tale strada di San Giovanni, in direzione di Cantalupo, vi è ancora oggi una Contrada chiamata PINCIARA con l'omonimo ponte sul torrente Farfengo, detto appunto Ponte della Pinciara, su cui passava un tratto della vecchia strada Provinciale per Salle, ora abbandonato.(Pinciara : secondo alcuni del luogo, starebbe ad indicare una zona dove venivano realizzate tegole in argilla "in dialetto : li Pinci"; per altri una zona di terreno in cui continuamente si sono ritrovate e ancora oggi si ritrovano grandi quantità di reperti di avanzi di costruzioni, pietre, mattoni e tegole, i famosi "pinci" o "penci". Il termine PINCIARA però, ad alcuni fa pensare a PICHERICO, al famoso Lucus Picceri descritto nel Chronicon Casauriense. Vi è inoltre un'altra testimonianza: ancora oggi i Musellaresi che dall'antica "portella" in Via Centrale del Centro Storico del Borgo, vogliono scendere verso valle e cioè dirigersi verso il Torrente Farfengo e perciò verso la Contrada San Giovanni dicono : andare a lù PINCO .
GIROLAMO NICOLINO : nella sua "Historia della Città Metropoli di Chieti" (ove si tratta delle vite dè Vescovi e Arcivescovi d'essa Città),nel Libro Secondo a pag. 119 : "Nell'anno 1027,Pandolfo Conte di Monte Odorisio figliuolo del Conte Odorisio, e anticamente padrone di CENTALUPO, fundò, e fabricò il Monasterio chiamato Santa Maria de Nuce, posto, e confinato nel territorio della Rocca, il quale fù poi nominato Abbatia della valle d'Anglonie nostra Diocese, dotando l'istesso Monasterio dell'infrascritti beni,videlicet."(segue elenco tra cui tenimenti ..isti sunt confines territorii Rocca Abbatis in primis àmonte Calvo incipit, ipsum montem Calvùtorum descendit in Maccla, qua dicitur Fossatus, protenditur ad lacum Magra.tarum, qui est prope in fine territorium Cantalupi, ab ipso fonte protenditur ad fontem Drogo, qua est in fine territory Cantalupi, ad ipso fonte protenditur ad terram, que dicitur fily Adani, ab ipsa terra ascendit in terram Civitatis, qua est in Capite Lama per ipsam terram descendit in vallonem, qui dicitur Osente ubi iungitur in Rive Lubernali, qui dicitur Caramello,vidit per ipsum Osentem usque Rivo, quo invenitur omai tempore aquam, ab ipso Rivo ascendit ad fontem Avellane...ecc) La suddetta donazione fu poi confirmata da Ruggiero primo Rè della Sicilia, e dell'Italia, figliuolo del Conte Ruggiero primo, alli 5 del mese di Ottobre dell'anno 1130 nell'indit. VIII. iui si fà special menzione, come confirmò anche...la Chiesa di S. Helia di Cantalupo... .
LORENZO GIUSTINIANI : nel suo "Dizionario Geografico Ragionato del Regno di Napoli" Tomo II° dell'Anno 1803, parlando di una Cantalupo dice : "...non deesi però confondere con altra terra dello stesso nome negli Abruzzi..." ed ancora "...difficil cosa, e molto malagevole riuscirebbe a chiunque volesse tessere la serie di quelli, che dà tempi Normanni sino alla metà del XV° secolo ebbero in feudo questa terra, incontrandosi sempre l'ostacolo di poter ben distinguere i suoi possessori da quelli dell'altra..."
ANTINORI : rivela che Cantalupo nell'anno 1145 era un feudo tenuto da Boamondo Conte di Manoppello, risultante di 24 fuochi (famiglie). Nel 1173, passò sotto Gualtieri del Poggio, che tra l'altro inviò parecchi soldati volontari di Cantalupo alle Crociate in Terra Santa a sostegno di Federico I° Imperatore , nella III° Crociata dell'anno 1189. Nel 1385 Napoleone degli Orsini , Conte di Manoppello e Vassallo di Loreto, meditava il tentativo di fare nominare unico erede di Cantalupo il suo secondogenito.
CARLO I° D'ANGIO' : divise il Gioustizierato d'Abruzzo in due, Ultra e Citra Flumen Piscarie col famoso documento che reca la data di Alife 05 ottobre 1273. Tra le località di Thete Minori (Zona Teatina Minore), si leggono testualmente : "Lucum, Cantalupus, Toccum cum Faraczula, Belonianum, ecc." Sempre dal detto Registro sappiamo che nel 1316 la metà di Cantalupo apparteneva ad una certa nobildonna Durangela di Cantalupo.
FALVIO BIONDO : nel 1450 così descrive il territorio di Cantalupo "dopo Caramanico è Cantalupo, terra piccola e scostata dal Fiume Pescara, ma giunta con un monte sotto il quale scaturisce l'olio petronico, il quale olio i Germani e gli Ungari vengono a raccolsi e portarlosi poi più diligentemente che non fanno gl'Italiani".
LEANDRO ALBERTI : Frate Domenicano nato a Bologna nel 1479, nella sua vasta opera "Descrizione di tutta l'Italia...e l'origine e la signoria delle città e castelli" pubblicato nel 1550, così parla di Cantalupo : " Vi è poi Cantalupo picciolo castello, posto alle radici di un monte, sotto di cui molto meravigliosamente scaturisce un liquore detto olio petronico il quale molto diligentemente è raccolto per la virtù e possanza sua meravigliosa".
MORSELLA : nella sua "Descrizione del Regno d'Italia" commenta : "dalla Pescara camminando più oltre nei Mediterranei è Cantalupo picciolo castello etc..."
Cantalupo è un feudo di 8 (otto) miglia circuito (dalla Sentenza); esso è esteso circa 2205 tomoli di terreno ( da una lettera al Sig. Podestà di Bolognano del 22.05.29 - arch.Palumbo- .
ARCHIVIO "PALUMBO" DI BOLOGNANO (Pe) : dall'Archivio Palumbo riteniamo utile ai fini della ricerca storica riportare una lettera datata 22 maggio 1929 indirizzata all'allora Podestà di Bolognano (in quanto nel frattempo il comune di Musellaro era stato unito con il comune di Bolognano) dal Perito Demaniale Sig. Rodolfo D'Alessandro. Trattasi della cronistoria della vertenza sulla proprietà di Cantalupo :
MEMORIALE PER SIG. PODESTA' DI BOLOGNANO :Cantalupo è un feudo rustico di circa 2205 tomoli di superficie, parte coltivato, parte destinato a pascolo, parte incolto e parte boscoso. Vi sono pure parecchie sorgenti di acqua potabile e di olio minerale. Esso confina con il territorio di Bolognano mediante un fossato chiamato Colle Rotondo, con la Via Pubblica e con i beni della venerabile Chiesa di S. Tommaso di Caramanico, con calare fino al Fiume Farfengo e, salendo, confina con il territorio di Salle, mentre tirando in alto verso il Capo della Montagna, con lo sguardo a mezzogiorno, confina con il territorio di Rocca Casale e di Pentima da dove poi calando giù per la montagna, confina a ponente col territorio di Tocco verso il Capo d'Arollo il cui fiume (detto Fiume Arollo) confina e spartisce il territorio di Cantalupo con quello di Tocco. A levante confina infine con l'attuale territorio di Musellaro. Il feudo di Cantalupo apparteneva al territorio di Musellaro ed era posseduto, congiuntamente all'Università di Musellaro stessa, dai Baroni Tabassi (anno 1659 da Domenicantonio Tabassi,anno 1729 da Panfilo Tabassi, 1742 da Ciro Tabassi ecc) come risulta nel libro dei rilievi della Regia Camera della Sammaria per il periodo che va, dal 1591 in poi, e dal Catasto Onciario del 1743, ove era annoverato come parte integrante del territorio di Musellaro in base alla Rivela fatta all'erario dal Barone Ciro Tabassi il quale allora ne era feudatario. I cittadini di Musellaro vi esercitavano i diritti di uso civico sopra la quarta parte del territorio di Cantalupo. Il 20 maggio 1753 a causa di lieve sconfinamento dei cittadini di Tocco, nel territorio di Cantalupo, sorse una controversia tra il Comune di Tocco e la casa Tabassi. Il Comune di Tocco con deliberazione 20 maggio 1753 nominò una commissione di cittadini (ometto i nomi) e per la controversia in questione si dava facoltà alla commissione stessa di "riconoscere i confini esatti e di accomodarsi alla buona col feudatario Tabassi". Il 15 novembre 1753 la commissione riconobbe i confini di Cantalupo (si omettono i particolari). Il feudo di Cantalupo fu acquistato dal Barone Domenicantonio Tabassi dal Sig. Barone De Capite, che ne era il proprietario, con istrumento del 30 maggio 1659, perfezionato dal Regio Assenso 27 giugno di detto anno. (vedi estratto cedolari dal 1732 al 1766 e la Rivela del Feudo fatta all'Erario per la compilazione del Catasto Onciario del 1742, giusta obbligo impostogli dalla Prammatica forma censualis della Regia Camera della Sommaria = tassa pagata 50 ducati)......." del suddetto preinserto decreto - lato per questa Regia Camera, a relazione dell'infrascritto Illustre Marchese Spettabile Consultore del Regno di Sicilia Sig. Don Vincenzo Natoli,Presidente,Decano e Commissario, debbiate descrivere et intestare nei libri del Regio Cedolario la terra di Musellaro e suo feudo di Cantalupo et sue giurisdizioni in beneficio di Don Domenico Antonio Tabassi con quella medesima tassa ecc...-". Detto feudo fu sempre in possesso dei Tbassi e del Comune di Musellaro fino al 1806 epoca in cui parecchi contadini di Tocco, armati di falci, randelli e bastoni, scacciarono i musellaresi e s'impossessarono del territorio di Cantalupo. Si ricorse subito alla giustizia ordinaria ma, a causa di susseguenti ed intempestivi decreti e leggi, la decisione fu giocoforza rimandare alla sempre nuovac competente autorità. Tabassi ed il Comune di Musellaro chiesero, e chiedono, la reintegra di tutto il feudo di Cantalupo al territorio di Musellaro,la liquidazione dei danni, anche in conseguenza e dipendenza di abusiva esazione di fida, terraggio, tagli di boschi consumati nel feudo ecc., a datare dal 1806 fino all'effettivo rilascio, con interessi legali dall'epoca predetta. Anche nel Comune di Salle sono comprese parecchie piccolissime zone di terreni del Cantalupo, denominate Collegiuno, Acquazzera,Incotte ecc. che erano, a quell'epoca, date in fitto dal barone Tabassi a contadini sallesi,come risulta dai vari contratti stipulati il 1729 con Roberto Di Carlo,il 1767 con altri 12 contadini di Salle, il 5 ottobre 1782 con altri 5 coloni pure sallesi, il 27 ottobre 1788 con G. Sonzino ecc.. Pare che il Comune di Salle non sia alieno dal restituire questa modesta zona di Cantalupo, abusivamente posseduta, quando naturalmente vi fosse la sentenza contro Tocco. Ed è perciò che non ha creduto, data la poca importanza del possesso, di pretendere parte attiva alla vertenza esistente tra Tocco-Musellaro-Tabassi. Il Comune di Tocco, con deliberazione del 12 settembre 1905 fece l'offerta , a tacitazione della vertenza, di 200 tomoli di terreni. Questa offerta venne senz'altro respinta tenuto presente che rappresentava appena la decima parte del territorio usurpato. A settembre del 1926, per ordine del Commissario Ripartitore per gli Usi Civici di Aquila, ci fu un sopraluogo nel feudo di Cantalupo da parte di un R. Perito, del Podestà di Musellaro Sig. G. Sarra e del rappresentante del Barone F. Tabassi Cav. Uff. R. D'Alessandro per fissare, ancora una volta i confini di detto feudo, il Podestà di Tocco,ripetutamente invitato non vi prese parte. Giorni orsono la Corte di Aquila, ha rigettato l'appello ritenendo la competenza del Commissario Ripartitore per gli Usi Civici,come del resto si prevedeva e si attendeva. E con ciò, ci avviciniamo alla bramata risoluzione che, per oltre 123 anni non si è mai potuta vedere.
UNA CAUSA DURATA ESATTAMENTE dal 1753 fino alla Sentenza del 1937 esattamente 174 anni !!!
l'interesse per questo piccolo lembo di terra oramai abbandonato potrebbe essere frutto dell'Antica Leggenda di CANTALUPO ?
LA LEGGENDA DEL BOSCO CHE CANTA